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29/08/2012
Avvenne domani
Pinocchio di Enzo D'Alò
È dal 2000, appena terminata la quarta versione della sceneggiatura, che mi arrovello su quale sia la strada corretta e originale per ri-raccontare la storia di Pinocchio. Abbandonata. Ripresa. Abbandonata poi ripresa poi abbandonata. (...) Poi il mio babbo ci ha lasciati, una notte di novembre del 2003. Ho cercato di approfondire i perché di un dialogo spesso sempre superficiale, avevo bisogno di capire e giustificare il mio atteggiamento di figlio "non ubbidiente". Ma anche di comprendere che cosa avesse prodotto le sue aspettative nei miei confronti, da me sovente disattese (...) Ho riletto il romanzo di Collodi sotto questa nuova luce. Mentre Geppetto costruisce Pinocchio, si rivede nel suo volto. Immagina ciò che Pinocchio vede quando lo guarda. Si accorge di trasformarsi nel padre di se stesso. Nel bambino-burattino rivede il suo passato e, anche, le aspettative perdute. Si emoziona. Ha nostalgia per le scelte che non ha mai fatto. Forse Geppetto costruisce Pinocchio nella speranza di non finirlo mai? Il suo obiettivo è il percorso, la fantasia interiore che scatena il processo di creazione: è il suo punto di vista di bambino perduto ad immaginarsi tutta la storia. Il rimpianto, la memoria, il futuro e le aspettative diventano Pinocchio. (Enzo D'Alò)

Stories We Tell di Sarah Polley
La memoria puó essere paradossale. Quasi sempre è parossistica, non di rado è parodistica. Da qui parte Sarah Polley, raffinata narratrice - finora - di storie d'amore, in cui il ricordo di ció che è stato entrava violentemente nell'intimità, fosse una malattia (Away From Her) o una passione spezzata (Take This Waltz). Qui la giovane cineasta non è solo osservatrice, ma indagatrice. Scopre che verità e memoria non sono assolute, ma sfaccettate e soggettive, soprattutto se a spolverarle sono abili storyteller. Sarah Polley, come sempre, è impietosa, profonda, tenera, arguta, diversa. Inchioda i suoi personaggi a se stessi, li stringe nel cerchio di ciò che desiderano, li libera senza assecondarli. (Boris Sollazzo)

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